L'inquilino del Terzo Piano

Roland Topor

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    Titolo: L'Inquilino del Terzo Piano
    Autore: Roland Topor
    Genere: Thriller
    Ambientazione: Parigi, Francia
    Tempo: Anni Sessanta
    Pagine: 159
    Casa Editrice: Tascabili Bompiani
    Titolo originale: Le Locataire Chimérique


    La storia segue le vicende di un uomo alla ricerca di un nuovo appartamento a Parigi in cui trasferirsi.
    Capita così all'interno di una palazzina dove di fatto c'è un appartamento da poco libero, dato che la precedente inquilina è quasi morta dopo essersi gettata dalla finestra. Trelkovsky all'inizio è un po' scettico e l'idea di trasferirsi nell'abitazione di una suicida non lo attira granché, ma alla fine si lascia convincere e riesce a negoziare col proprietario delle buone condizioni d'affitto.
    Una delle prime sere l'uomo invita a casa sua un gruppo di amici per festeggiare il suo trasloco, ma a causa del baccano prodotto dalla festa, riceve lamentele dai vicini e poi un severo rimprovero dal proprietario, dunque si vede costretto a giurare di non ripetere mai più una cosa del genere e comincia a prestare molta attenzione a non fare rumore inutilmente.
    Da qui in poi la storia prende una strana piega. Trelkovsky si sente sempre costantemente sorvegliato dai vicini che non mancano di segnalargli quando fa troppo rumore e oltre a questo, strani fatti cominciano ad accadere uno dopo l'altro, incominciando ad allontanarlo sempre di più dalla realtà. Come finirà questa storia è tutto da vedere.


    :writing:

    Ad essere onesta non ricordavo nemmeno di aver messo questo romanzo nella lista di quelli da leggere ^^" Vista la trama però, mi sono detta che poteva essere una buona lettura per entrare nel mood di ottobre (anche se non so quando questa recensione verrà postata) ma ammetto che tutto mi aspettavo meno che questo.
    Più che un racconto, sembra un trip mentale, una sequela di fatti illogici sempre più sconnessi con la realtà e che nascondo un lato veramente raccapricciante che culmina in un finale con un colpo di scena decisamente inaspettato ma che si mantiene in linea col delirio che permea in tutta l'opera, qualcosa che mi ha vagamente ricordato Dr Jekyll e Mr Hyde e che mi ha lasciata piuttosto perplessa.
    Tutta la storia, pur essendo narrata in terza persona, segue solo ed esclusivamente il punto di vista del protagonista, perciò non c'è modo di sapere che cosa sia accaduto veramente ma forse questo fa parte del fascino del racconto. Trelkovsky soffriva di allucinazioni? In realtà la febbre alta non gli è mai scesa? E' impazzito? Non lo sapremo mai. Tutto rimane avvolto dal mistero e si chiude con quella scena a richiamo di una delle prime, che chiude il cerchio ma non ci dà risposte.
     
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