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Titolo: Un fulmine a ciel sereno
Autore: Amy Witting
Genere: narrativa
Ambientazione: imprecisato. Da alcuni dettagli potrebbe trattarsi degli USA, ma considerando che l'autrice è di origine australiana, potrebbe essere anche ambientato in Australia
Tempo: anni Novanta
Pagine: 268
Casa Editrice: Garzanti
Titolo originale: A change in the Lighting
Quella di Ella Ferguson sembra una vita come quella di molte altre e da cui ha ricevuto tutto quello che potrebbe desiderare. Una grande casa, un marito e tre figli, ormai grandi.
Una mattina però, improvvisamente tutto questo finisce quando suo marito, con una freddezza tale da lasciarla sgomenta, le annuncia che ha intenzione di chiedere il divorzio.
Da quel momento in poi, l'immagine della propria famiglia così come l'ha sempre conosciuta, si spacca definitivamente e lei sarà costretta a far fronte ad eventualità che non aveva mai considerato.
Avevo inserito questo romanzo nella mia lista di libri da leggere dopo averlo trovato per caso nel catalogo online della biblioteca. Sembrava una storia semplice, ma proprio per questo, pensavo potesse essere interessante, anche per cambiare un po'. In realtà. mi è già capitato diverse volte di leggere romanzi che hanno come tema centrale un dramma famigliare, dunque ho pensato potesse essere un buon intervallo dopo aver passato l'estate a leggere manga shonen.
Devo dire che per tutta la durata del racconto sono stata anche felice per la mia scelta. Amy Witting ha uno stile di narrazione davvero lodevole. Riesce a far immergere il lettore negli ambienti con tanta abilità da dare l'impressione di essere lì coi personaggi ad ascoltare le loro conversazioni sulla loro situazione famigliare.
Ella Ferguon è una protagonista sicuramente ben diversa da quelle in cui mi imbatto di solito. E' una donna - si presume - di mezza età, che in apparenza ha già ricevuto tutto dalla vita. E' sposata da diversi anni e ha tre figli, ciascuno ormai avviato verso la propria vita e che torna nella casa di famiglia regolarmente per una cena, eppure non per questo mi è risultata meno interessante o più difficile da capire. E' un personaggio molto umano, molto concreto e assolutamente realistico. Ammetto che in certi passaggi, alcuni modi di inserire certi ragionamenti mi hanno ricordato lo stile tagliente di Ottessa Moshfeg e ricordando quanto mi avesse presa la lettura de Il Mio Anno di Riposo e Oblio, non ero stupita di essere così tanto interessata ad una narrazione che in realtà è complessivamente banale e lineare, che manca dei classici colpi di scena che ribaltano la situazione, rendendo la lettura più dinamica. E' un romanzo molto tranquillo, senza pretese, dove anche le rivelazioni che dovrebbero essere sconvolgenti, in realtà non lo sono poi così tanto. Sembra quasi più un diario personale, che la narrazione delle cronache di una famiglia.
Peccato che questa tranquillità mi abbia condotto ad un finale inaspettato. Di solito cerco di evitare di fare troppi spoiler quando parlo di un libro, ma a questo punto non potrò evitare di chiarirmi senza sporgermi troppo dunque, dovrò per forza farlo, altrimenti non riuscirei a far capire che cosa intendo. Il finale è inaspettato, non perché è un colpo di scena, ma perché di fatto, non c'è. La storia, così come viene narrata fino all'ultima pagina, non ha una vera e propria conclusione, ma rimane tutto sospeso.
Dunque, se state cercando un romanzo dinamico che racconti magari di una donna che si rimette in pista dopo una sbandata, qualcosa alla Ricomincio da Me, beh, vi avverto che state sbagliando libro, perché chiaramente non era questo l'intento dell'autrice. Non si tratta di un romanzo che insegna l'accettazione di sé, a superare i momenti difficili, la valorizzazione personale, la rinascita, ma è solo la storia ordinaria della vita quotidiana di una donna alle prese con le sue questioni personali. Se vi può piacere o no, probabilmente lo scoprirete solo leggendolo.
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