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  1. Buddy Daddies

     
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    Buddy-Daddies-cover





    Genere: Azione/Thriller/Commedia/Drammatico/Slice of Life
    Autore: Yoshiyuki Asai (regia) - Vio Shimokura, Yūko Kakihara (sceneggiatura)
    Cosa trovo su di esso:
    - una serie anime di 12 episodi
    Nationality: Japan



    Trama
    Kazu Kusuru e Rei Suwa lavorano entrambi come sicari per contro di un'organizzazione mafiosa.
    Un giorno però, si ritrovano a dover prendersi cura Miri Unasaka, una bambina di 4 anni che è rimasta erroneamente coinvolta in un'operazione che aveva come missione proprio l'uccisione di suo padre.
    Ma come potranno due fuorilegge riuscire a crescere una bambina col lavoro che fanno?


    Personaggi Principali

    Kazu Kurusu: protagonista della vicenda, è un giovane sicario. Come ci viene fatto intuire già dal primo episodio, ha perso sua moglie proprio a causa di un coinvolgimento accidentale in una delle sue missioni. Quasi certamente è proprio a causa di questo che si mostra il più sensibile nei confronti di Miri e che inizialmente è il più determinato a volersene prendere cura. Come padre è molto attento e premuroso, a volte persino eccessivamente apprensivo. Tiene moltissimo a Miri e cerca di non farle mancare nulla.

    Rei Suwa: co-protagonista della vicenda, al momento della narrazione degli eventi convive con Kazu e lavora con lui come partner. Per lui la vita da criminale sembra essere un destino inevitabile, dato che si tratta del figlio della famiglia Suwa, la principale committente delle loro missioni. Inizialmente appare come una persona molto chiusa in se stessa, che passa la maggior parte del tempo libero a giocare ai videogiochi, quindi non comprende facilmente le preoccupazioni di Kazu, ma poco a poco comincerà ad affezionarsi molto anche lui a Miri.

    Miri Unasaka: è una bambina di quattro anni, figlia di un criminale mafioso che a quanto ci viene detto nel primo episodio, è nata da una relazione extraconiugale con una donna che di mestiere lavora in un locale come cantante.
    Quando fa la sua comparsa a inizio storia, è impegnata a dover raggiungere proprio il padre da cui la madre l'ha spedita (sì, da sola nonostante abbia solo 4 anni) ma finirà coinvolta per errore proprio nella missione che aveva come obbiettivo l'uccisione di suo padre. Nonostante l'incontro coi due sicari non sia esattamente dei migliori, la bambina finisce per affezionarsi immediatamente ai due, senza porsi troppe domande sulle varie dinamiche. E' una bimba molto allegra e vivace, ma proprio a causa di questo, starle dietro non è affatto semplice.

    Misaki Unasaka: è la madre di Miri. Inizialmente i due sicari si mettono sulle sue tracce con l'intento di riportare la bambina da lei, dato che di fatto è sua figlia e loro di certo non se ne possono occupare, ma dato che si tratta di fatto di una gravidanza non voluta, la donna pare non avere alcuna intenzione di riprendersela.

    Kyu: appare come il proprietario di un piccolo bar in un vialetto secondario della città in cui è ambientata la storia, ma di fatto fa da tramite con la famiglia Suwa per affidare gli incarichi ai sottoposti. Inizialmente Kazu e Rei cercano di tenere nascosta la presenza della bambina in casa loro, temendo che possa fare una brutta fine, invece sorprendentemente, l'uomo si dimostra molto collaborativo e finisce anche lui a modo suo per affezionarsi a Miri

    Anna Hanyu: è la maestra della classe dell'asilo in cui Miri viene iscritta. Appare come una donna molto affabile e sorprendentemente molto aperta nei confronti di Kazu e Rei, che accoglie come una coppia di padri, senza porsi troppe domande, fidandosi dell'affetto che Miri dimostra di nutrire nei loro riguardi.

    voto: 8/10

    Chiunque abbia avuto modo di conoscere ed apprezzare Spy x Family sicuramente amerà anche questa serie anime, dato che anche in questo caso si tratta di una storia che parte con dei presupposti per essere thriller, ma si mescola poi alla commedia slice of life, offrendoci quindi uno spaccato di vita quotidiana di una coppia di persone che devono cercare di far funzionare una famiglia improvvisata, nonostante il lavoro che svolgono.
    Se la prima opera rimane su una linea pressoché "standard", dato che ci presenta un nucleo famigliare modello composto da padre, madre e una bambina, Buddy Daddies decide di fare un passetto in più e strizzare l'occhio al genere queer, guadagnandosi la sua simpatia, pur scegliendo comunque di non addentrarsi lungo quel cammino, una scelta che si vede sempre più spesso in opere manga degli ultimi anni. La famiglia che viene a crearsi quasi per caso in questo anime infatti è composta da due uomini e una bambina, anche se di fatto non c'è alcuna relazione sentimentale fra i due partner, che convivono assieme unicamente per ragioni lavorative. Quindi può essere sì vista come queer anche per il fatto che Miri si rivolge a loro chiamandoli entrambi "papà" senza trovarci niente di strano, ma allo stesso tempo non lo è, perché appunto, non è questo il tipo di legame che c'è fra Kazu e Rei. Però ammetto che già solo per il fatto che non sia una situazione di partenza facilmente "incasellabile" ha il suo perché. Un po' come a dire insomma: "guardala senza farti troppe domande, perché comunque il punto non è questo"
    Già, appunto. Qual è lo scopo di questa storia? Direi che sin dall'inizio è abbastanza chiaro. Nonostante questa atmosfera cupa e cruda da thriller con organizzazioni mafiose, sparatorie e inseguimenti in auto all'americana, la direzione che il racconto prende è certamente quello comico, dell'intrattenimento, lo si capisce già dal primo episodio in cui vediamo comparire Miri che da sola, non si sa da dove, con uno zaino in spalla, attraversa tutta la città alla ricerca di suo padre nonostante abbia solamente quattro anni, un dettaglio che ci lascia basiti, ma allo stesso tempo ci incuriosisce, così la guardiamo fare il suo ingresso in questo hotel che guarda caso è proprio lo stesso dove sono diretti i nostri due sicari e dopo una serie di gag degne della miglior commedia, assistiamo ad una scena chiave che è un mix scoppiettante di momenti di alta tensione (è pur sempre una sparatoria) e di comicità rocambolesca che si chiuderanno in un finale a sentimenti contrastanti fra il sollievo che nonostante il caos Miri ne sia uscita illesa e la preoccupazione perché di fatto, suo padre è appena stato ucciso davanti ai suoi occhi.
    Miri però è una bambina di quattro anni e, come ci viene fatto capire, non ha mai visto in tutta la sua vita il suo vero padre, inoltre è stata cresciuta da una madre che per mantenersi canta in un locale di certo non prestigioso, quindi da questi semplici indizi riusciamo a capire che forse un po' è abituata alle bizzarrie e allo stesso tempo, il desiderio di incontrare suo padre era talmente forte dentro di lei che finisce per accettare tutto quello che le viene detto senza porsi troppe domande, proprio perché essendo così piccola, ha un animo innocente, dunque non fatica affatto ad adattarsi alla sua nuova vita e anche quando le vengono fatte domande circa i suoi genitori, lei risponde come risponderebbe un qualunque bambino della sua età, ovvero che le sta bene vivere in quel modo, perché entrambi i suoi padri le vogliono bene e fanno molto per lei. E secondo quello che sa, è questo quello che fa un genitore.
    Ecco perché nonostante lo stupore iniziale, anche all'asilo nessuno fa più domande del dovuto su chi siano i due padri di Miri, perché ne abbia due, come mai non ci sia la madre con lei, eccetera. Forse è strano? Sarebbe sembrato più realistico se fosse accaduto? A quanto pare però, non era questo lo scopo dell'anime, che mantiene per tutti e 12 gli episodi il focus sulla difficoltà di riuscire a conciliare il proprio lavoro e la cura della famiglia, anche in una chiave molto alternativa.
    A tale proposito, sicuramente fa sorridere il modo in cui il lavoro di sicari di Kazu e Rei non venga esattamente condannato in toto dalla narrazione, sebbene di fatto sia chiaro che i due siano dei criminali. Ciò che preme di più i nostri protagonisti, non è sperare che Miri non scopri la verità sul loro conto (anche perché a quanto pare lo sa già) ma assicurarsi che lei rimanga al sicuro e che abbia tutto ciò che le occorre per vivere come una qualunque bambina della sua età, un po' come a dire che anche i figli dei criminali hanno diritto ad essere felici.
    E' un sogno utopico? Forse, eppure Buddy Daddies vuole crederci.
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