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Titolo: La Morte in Mano
Autore: Ottessa Moshfegh
Genere: Thriller/Psicologico
Ambientazione: Levant, un paesino sperduto degli USA
Tempo: attuale
Pagine: 189
Casa Editrice: Feltrinelli
Titolo originale: Death in Her Hands
L'anziana Vesta ha venduto la sua vecchia casa dopo la morte del marito, trasferendosi a vivere in una nuova abitazione a Levant assieme al suo cane Charlie.
In un posto completamente immerso nella natura come quello, non c'è molto da fare a parte lunghe passeggiate. E' proprio in queste circostanze che un giorno si imbatte in uno strano bigliettino che annuncia la morte di una certa Magda. La donna ne rimane molto colpita. Non ci sono tracce evidenti di colluttazione nella zona e in effetti potrebbe anche trattarsi di uno scherzo di pessimo giusto. Ma se invece fosse vero? Se Magda fosse stata davvero uccisa? E da chi?
La donna decide di iniziare un'indagine autonoma, ma più sembra riuscire a figurarsi come sono avvenute le cose, più sembra perdere completamente contatto con la realtà. Dunque qual è la verità? Magda è stata davvero uccisa oppure no? Al lettore l'ultima parola.
Avendo già letto un romanzo di questa autrice sapevo già che dovevo prepararmi a qualcosa di assolutamente fuori dal comune e in effetti quello che in apparenza sembra un normalissimo giallo, si trasforma poco alla volta in qualcosa di completamente diverso, una sorta di viaggio ai confini della realtà in cui molto spesso il delitto (o presunto tale) diventa una sorta di mezzo per capire meglio la psiche della protagonista, che poco a poco ci svela tutte le sue fragilità, i suoi segreti più reconditi.
Noi non abbiamo alcuna certezza che questa Magda sia morta per davvero o sia perlomeno esistita e nemmeno la nostra protagonista ce l'ha, ma quando arriva a convincersi così tanto che sia tutto vero, finiamo per crederle anche noi e insieme a lei ci perdiamo completamente all'interno della narrazione, fino a che il racconto non arriva alla sua culminazione finale durante la quale, il velo del racconto viene brutalmente lacerato da un fatto molto forte, le nostre certezze si sbriciolano e ci rimangono solo una montagna di dubbi a cui non troveremo mai risposta.
Non sapremo mai infatti se il caso di Magda sia stato reale o se erano semplici congetture di una donna molto sola che ha sofferto parecchio e questo rende il tutto ancora più ambiguo.
Esattamente com'è per Il Mio Anno di Riposo e Oblio, questo romanzo è una storia che non porta in realtà da nessuna parte, ma si limita a regalare a chi lo legge una distrazione dalla vita di tutti i giorni, come se fosse davvero uno di quei sogni ad occhi aperti che a volte facciamo e che magari poi restano sospesi nell'etere, dato che qualcosa ci riporta bruscamente alla realtà e non abbiamo più modo di tornare a fantasticarci sopra.
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